A Chernobyl ha aperto un nuovo carinissimo ristorante. (Peraltro notare le decorazioni! Gli appassionati di questa terra non hanno bisogno di spiegazioni, per gli altri specifico che quel telone riproduce i meravigliosi mosaici in vetro del Cafè Pripyat). Si chiama, non a caso, “Pic nic sul ciglio della strada”, dal popolare romanzo dei fratelli Strugackij.
Inoltre anche gli hotel stanno affrontando ristrutturazioni. Devo dire che rispetto a qualche anno fa ci sono state diverse opere migliorative.
E qui occorre aprire una doverosa parentesi. La zona di esclusione, nella parte ucraina, ha grandi introiti derivanti dal “turismo”. A differenza della Bielorussia dove i denari, portati principalmente da associazioni che si occupano dei problemi sociali del territorio, vengono giustamente investiti nella costruzione di ospedali, scuole o per aiutare famiglie e bambini, (nella Zona di esclusione bielorussa vivono famiglie intere, giovani principalmente) nella parte ucraina, invece, non è possibile ricostruire. Nei villaggi vivono solo anziani abusivamente, mentre a Chernobyl vivono e lavorano molte persone. Ricordiamoci che Chernobyl porta il nome del disastro, ma in realtà non è stata investita direttamente dalla nube radioattiva e il livello di radiazione naturale è di circa 0.120 microSievert/ora, ovvero un livello addirittura inferiore ad una qualsiasi capitale europea. La città resa assolutamente invivibile è Pripyat. (https://www.francescagorzanelli.it/chernobyl/perche-chernobyl-da-il-nome-al-disastro-nucleare-se-la-ghost-town-e-pripyat/)
I denari arrivano dagli stranieri che vengono in visita in questa terra e sono positivamente sorpresa nel vedere che li stanno investendo per risistemare al meglio la cittadina.
Il “turismo” che l’opinione pubblica italiana (parlo di quella che conosco meglio) condanna come turismo del macabro e apostrofa con vari epiteti, è la più grande fonte di sostentamento per chi vive qui. Ci tengo anche a specificare che chi viene in visita nella Zona non è un dark tourist o similare, ma solo una persona fortemente interessata a questa storia, al chiarirne le cause, le conseguenze ed a fare ordine nella confusione di informazioni imprecise che ci arrivano in Italia. (Vi suggerisco la visione di questa intervista per capire a cosa mi riferisco: https://www.youtube.com/watch?v=JhsDWTeOx0A&t=4479s)
Detto ciò, non si può nemmeno trascurare il fatto che la Zona sia molto frequentata da delegazioni di scienziati e studiosi da tutto il mondo. Ad inizio agosto 2018 ho incontrato una delegazione di scienziati americani e qualche settimana dopo c’erano persone dalla Germania, con scorta al seguito (non so che ruolo avessero queste persone, ma se accompagnati dalla scorta non erano certo turisti)
Infine, è pur vero che Chernobyl non è più quella che vidi per la prima volta nel 2015, ma mi domando perché desiderare di vederla ferma nel tempo? Certo, per chi la vive in modo romantico come me sta perdendo via via il suo fascino, ma dato che è una terra considerata morta da tre decenni, perché non gioire se piano piano si sta risollevando? La rinascita è da sempre un processo positivo.
E quando a fine anno (2018) Novarka terminerà il suo appalto per la costruzione/gestione del New Safe Confinement e tantissimi lavoratori verranno spostati altrove, ci sarà un grande calo di introiti per la micro economia di questo paese.
Ricordate che i turisti sono condannati solo in Italia, a Chernobyl sono accolti a braccia spalancate!