Grandissima importanza ha il New Safe Confinement nel presente (e nel futuro) della zona di alienazione di Chernobyl. Un’imponente opera ingegneristica, unica nel suo genere. L’azienda che si è occupata di questa immensa costruzione è l’ucraina Novarka che ha creato una solida join venture con la francese Vinci Construction.
L’Arco è costituito da una struttura metallica di 25.000 tonnellate. Con i suoi 108 metri di altezza, 162 metri di lunghezza e 257 metri di “luce”, è abbastanza grande da racchiudere la Statua della Libertà o la base della Torre Eiffel. È alto come un edificio di 30 piani.
Come si legge nel dossier di Vinci construction, gli step fondamentali per arrivare a questo gigante, furono tre:
-1994 studio di fattibilità
Nel 1994, l’Unione europea ha finanziato uno studio di fattibilità per assicurare il sarcofago esistente. Il consorzio dell’Alleanza era formato da sei aziende: Campenon Bernard SGE (leader) – Francia,Tecnologia AEA – Regno Unito, Bouygues – Francia, SGN – Francia, Taywood Engineering – Regno Unito e Walter Bau – Germania.
Durante questa fase il consorzio ha proposto una nuova copertura.
Si decide che il confinamento avrà la forma di un arco.
-2010/2012 inizio costruzione
L’approvazione delle normative ha permesso l’avvio dei lavori e il montaggio della forma ad arco inizia nel 2012.
-2016 operazioni di scorrimento
La gigantesca struttura, attrezzata per supportare l’operazione
del confinamento e dello smantellamento del reattore 4, è stata fatta scivolare nella sua posizione attuale nel novembre 2016.
Oggi l’Arco è posizionato e le radiazioni in fuoriuscita dal vecchio sarcofago del reattore 4, sono realmente confinate sotto questa struttura. Alla fine dell’anno 2018 Novarka concluderà l’appalto di lavoro e il reattore 4 tornerà sotto la responsabilità della centrale nucleare, la quale dovrà occuparsi del suo decommissionamento. Come verrà smantellato questo reattore è ancora al vaglio degli ingegneri. Non esistono precedenti nella storia, rispetto ad una situazione simile, quindi per ora si avanzano ipotesi “su carta”. Tra queste vi è anche l’ipotesi di lasciare a “riposare”, per sempre, il reattore esploso sotto questa cupola.
Un’importante passo è stato fatto verso la risoluzione di un gravissimo problema. Ma non è un passo risolutivo in assoluto. L’Arco avrà una vita di cento anni, entro i quali il decommissioning del reattore dovrà essere concluso, altrimenti si renderà necessario la costruzione di un’altra copertura. (A questo link vi spiego cosa si intende per “decommissioning”: https://www.francescagorzanelli.it/chernobyl/come-si-smantella-una-centrale-nucleare-il-decommissioning/
Nel link le tappe della costruzione del New Safe Confinement: https://www.youtube.com/watch?v=WnfiS0V3j5o&t=15s
Larga partecipazione ha avuto in questa costruzione l’italiana CIMOLAI. Questa azienda si occupa, da sempre, della realizzazione di grandi opere complesse e della movimentazione di strutture over size, nel campo civile, militare e navale. In Italia ha in corso la costruzione del tanto discusso MO.S.E e delle due coperture di contenimento studiate per l’ILVA di Taranto. Si tratta di due strutture che ricordano ampiamente il NSC di Chernobyl. Sul sito di CIMOLAI si legge;
“Nell’ambito degli interventi di adeguamento di carattere ambientale che dovranno essere effettuati presso lo stabilimento ILVA di Taranto, la Cimolai si è aggiudicata le attività di progettazione, fabbricazione e montaggio della copertura dei Parchi Minerali e Fossili. Si tratta di due strutture metalliche di altezza pari a 80 m, larghezza 254 m, lunghezza 700 m per un peso complessivo di circa 60.000 t.”