Polesskoe, una città dimenticata all’ombra di Pripyat e Chernobyl

La storia della cittadina di Polesskoe è davvero particolare e poco nota. Quando si parla della Zona di esclusione ci si riferisce sempre all'area circostante Chernobyl e Pripyat, ma la Zona è molto più ampia. Polesskoe (o Poliske, come pronunciato in ucraino) si trova a nord-ovest rispetto alla centrale, sempre nel territorio di Polissya. Polissya è il nome che viene dato a questa zona,

Polesskoe, una città dimenticata all’ombra di Pripyat e Chernobyl2021-01-03T15:42:32+00:00

Volodymyr, da vigile del fuoco di Chernobyl a Pope

Lui è Volodymyr Pryshchepa, classe 1955, ex vigile del fuoco, lei è sua moglie Holga, insieme vivono nel villaggio di Teremsy. Loro sono "coloni", ovvero persone che sono rientrate a vivere nella Zona di esclusione di Chernobyl, nonostante il divieto, ma non nella loro casa. Quando ci hanno accolto, stavano in effetti facendo dei lavori di ristrutturazione in quella che hanno scelto come loro

Volodymyr, da vigile del fuoco di Chernobyl a Pope2021-01-03T15:55:49+00:00

Nesterenko e Bandazhesky, gli “scienziati della verità”

La storia di Chernobyl non è completa se non si parla anche di Vassili Nesterenko (1934/2008) e Yuri Bandazhevsky (1957/in vita) Si tratta di due personaggi fondamentali nella scoperta e divulgazione dei danni del post disastro nucleare. Due persone che hanno lottato strenuamente per diffondere la verità sulle conseguenze dell'incidente alla centrale nucleare di Chernobyl-ЧАЭС. Scienziati che hanno messo a repentaglio la propria incolumità

Nesterenko e Bandazhesky, gli “scienziati della verità”2021-01-03T17:54:43+00:00

Eroi silenziosi – I liquidatori di Chernobyl

Il 25 aprile 2016 mi trovavo a Chernobyl per le celebrazioni che si sarebbero tenute, durante la notte, per il trentesimo anniversario dal disastro nucleare ed ho avuto l'immenso onore di conoscere di persona alcuni liquidatori. Furono un esercito di circa 600mila persone, che si occupò di "liquidare" le conseguenze dell'incidente al reattore 4 della centrale nucleare Lenin. Vennero denominati Bio-Robots perchè operarono laddove i

Eroi silenziosi – I liquidatori di Chernobyl2021-06-19T15:37:09+00:00

26 Aprile 1986 – Pripyat

Era il 30 Settembre 2015 quando entrai, per la prima volta, nella sala comandi del reattore #4, esattamente dove si fece la storia quella notte del 26 Aprile 1986. Ho impiegato almeno due anni per elaborare quei cinque minuti trascorsi in quella stanza. Durante quei due anni non ho mai condiviso una sola foto di quella stanza e la motivazione è tanto banale quanto

26 Aprile 1986 – Pripyat2021-01-03T18:22:44+00:00

C’è vita nella zona di esclusione di Chernobyl – La natura si è ripresa i suoi spazi

Il 26 Aprile 2016 il Bergamo Post scriveva in proposito ai miei viaggi: "Qualche tempo fa, La Nazione ha ospitato sulle proprie pagine virtuali un interessante diario di viaggio di due fotografi, Emanuele Cosimi e Francesca Gorzanelli, che hanno vissuto 6 giorni all’interno della cosiddetta “Area X”, i 4.200 chilometri quadrati circa della zona di esclusione creata in seguito al tragico incidente nucleare del 26 aprile

C’è vita nella zona di esclusione di Chernobyl – La natura si è ripresa i suoi spazi2021-04-05T12:19:19+00:00

Cosa possiamo fare noi per Chernobyl?

Rifacendomi ad alcune conversazioni intrattenute ultimamente con diverse persone, ho pensato di dedicare un articolo a questo argomento: "cosa possiamo fare noi per Chernobyl?" Io, nel mio piccolo, ho individuato quello che può essere il mio impegno personale e nel quale sto cercando di coinvolgere più persone possibili. Anzitutto possiamo ospitare un "bambino di Chernobyl", ovvero un bambino che vive nelle terre contaminate dal

Cosa possiamo fare noi per Chernobyl?2019-10-26T18:31:57+00:00

Libri e Chernobyl

La mia cultura letteraria su Chernobyl si è basata su tre letture fondamentali.  Si tratta di tre libri che indagano differenti sfaccettature degli eventi di Chernobyl. PREGHIERA PER CHERNOBYL di Svetlana Aleksievic, premio Nobel per la Letteratura-2015, esplora la disperazione umana attraverso toccanti interviste rilasciate da chi ha vissuto in prima persona questa terribile pagina della storia del '900.  CONFESSIONI DI UN REPORTER di

Libri e Chernobyl2021-12-06T22:21:32+00:00

Perchè Chernobyl da il nome al disastro nucleare se la ghost town è Pripyat?

Chernobyl porta il nome del grande disastro nucleare, ma in realtà scampò alla nube radioattiva, che si diresse immediatamente verso Nord (Bielorussia) Ovest (Finlandia/Svezia/Norvegia https://www.youtube.com/watch?v=4wg0D0caV3s&t=2s). Quando i venti portarono la nube maledetta su Chernobyl, erano ormai passati 4 giorni dall'esplosione ed aveva "scaricato" già buona parte della sua potenza radioattiva (per dirla in parole semplici, comprensibili a tutti). Questa cittadina dista circa 20 km

Perchè Chernobyl da il nome al disastro nucleare se la ghost town è Pripyat?2021-01-05T09:40:51+00:00

Maschere antigas a Pripyat

Durante gli anni della Guerra Fredda, ogni edificio pubblico, in Unione Sovietica, era dotato di maschere antigas. Le tensioni tra URSS e Stati Uniti facevano temere ai russi un attacco con armi chimiche, ed è per questo che mettevano a disposizione della cittadinanza le maschere antigas e pratici poster con vignette che spiegavano come comportarsi durante tale eventualità. Ogni scuola, asilo, banca, teatro era

Maschere antigas a Pripyat2021-01-03T16:14:03+00:00
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